Sono passate meno di 24 ore dalla finale maschile dei 100 metri piani di atletica leggera alle Olimpiadi di Parigi 2024. Una gara che è già entrata nella storia dello sport: la prima finale olimpica dei 100 metri nella quale tutti gli atleti hanno corso sotto i 10″ come ci ricorda la grafica di SkySport.
Un traguardo storico che apre senza dubbio una nuova epoca. Da oggi, anzi da ieri, il mondo della velocità cambia e quel 9.58 di Usain Bolt stabilito ai campionati del mondo di Berlino 2009 comincia a sembrare più vicino.
Da appassionato di scarpe sportive e da professionista delle Scienze Motorie vorrei condividere qualche riflessione su un concetto veramente interessante: Bolt nel 2009 correva con delle normali chiodate, ieri tutti gli atleti in gara hanno corso con le cosiddette “superspikes”.
Cosa sono esattamente le “superspikes”?
Si tratta delle scarpe chiodate di ultima generazione che sono state sdoganate al grande pubblico da Marcell Jacobs alla precedenti Olimpiadi di Tokyo. Queste scarpe uniscono la tecnologia di mescole particolari di gomme, con la rigidità offerta dalle piastre di carbonio inserite al loro interno. Queste scelte tecniche offrono un’ottima ammortizzazione e allo stesso tempo migliorano la stabilità torsionale, favorendo la propulsione grazie ad un effetto catapulta.
Per avere ulteriori informazioni a titolo di esempio è possibile leggere qui la scheda tecnica delle calzature indossate da Marcell Jacobs a Parigi 2024.
Nel 2022, sulla rivista scientifica Applied Sciences, abbiamo pubblicato un caso studio che indagava le modifiche biomeccaniche indotte alla corsa dalle scarpe di nuova generazione.
Il caso studio, uno dei primi pubblicati su questo argomento dopo le Olimpiadi di Tokyo e svolto su un’atleta che aveva gareggiato durante qui Giochi con le superspikes, evidenziava come le scarpe chiodate di nuova generazione aumentassero i tempi di contatto senza alterare la frequenza del passo, il che apriva nuovi scenari sulla tecnica di corsa e sulle strategie di allenamento. Si era inoltre notata una migliore ridistribuzione delle percentuali di carico tra le due tipologie di scarpe.
Oggi, anzi ieri durante la finale dei 100 metri piani maschili delle Olimpiadi di Parigi 20204, a distanza di circa tre anni da quando abbiamo iniziato ad acquisire dati su questa tipologia di scarpe, tutti gli atleti utilizzano questa soluzione tecnica. Inizialmente criticata ma attualmente quasi inevitabile da scegliere.
Quali scenari futuri?
Senza dubbio il futuro si prospetta sempre più veloce per gli sprinter e se una volta la difficoltà principale dell’allenamento poteva essere quella di come guadagnare velocità, oggi e nell’immediato futuro la difficoltà sarà quella di trovare metodiche allenanti che consentano agli atleti di gestire fisicamente queste velocità.
Sebbene gli scenari futuri siano sempre molto interessanti, su questo argomento è doverosa una riflessione sul passato. Se si torna con la mente indietro di qualche anno è possibile ricordare articoli che parlavano di una possibilità concreta di polverizzare il tempo di 9.58 di Bolt. Al contrario, a distanza di diversi anni, siamo ancora qui a leggere lo stesso nome come record man dei 100 metri piani dell’atletica leggera maschile: Usain Bolt che ha corso per tutta la carriera con scarpe chiodate “normali”. Forse di “SUPER” in tutta questa vicenda c’era proprio lui! Non a caso le scarpe con cui si è presentato nelle sue ultime uscite riportavano la scritta “Fastest forever”, il più veloce per sempre. Sarà così?